home  |    email  |  
  

chi sono

calcio

photo gallery

libri e dipinti

gravi problemi italiani

riflessioni

automobilismo

siti consigliati

pubblicazioni

Le colonne sonore della nostra vita - The soundtracks of our lives

1613-2013 Romanov Anniversary

Russian History and prominent Russian people

Spirituality is very important, materialism is destroying mankind

Musique pour les Romanov

1917/18-2017/18 – Cent ans après, l’histoire cachée de la révolution bolchévique et le chemin des Romanov vers la Sainteté

.:: calcio

 
 

Una rinascita dei valori scomparsi dello sport calcio è possibile? Parliamone: proposte e testimonianze di Daniela Asaro, Corrado Tremul coadiuvati da Arianna Zebochin.

Interventi dell'ex calciatore della Triestina: Maurizio Costantini

 

Mauricio Pochettino - Il fattore umano non è un'optional

Barcellona 2010

It is shamefull, Mr Collovati! I was a coach, I work with tactics and strategies, giving some suggestions to some men ... . I wrote a book " Goal and Autogoal". I ' ll publish another book about soccer. I wrote many articles about tactics and strategies. I work in a Physics Lab. I repeat, you offended us women, because some women can prepare a game far better than some men! I assure you. I spoke about some solutions before Mourinho. We women are understimated above all when we want only to work and we dislike the vip groups. Reflect, Mr Collovati, please, reflect about what you said. Instead of saying foolish sentence, I think It is better to shut up!
Best Regards.
Daniela Asaro

Bufera su Collovati: "Mi volta lo stomaco a sentire le donne parlare di tattica"

Triestina 1918-2018

Le donne sono molto intelligenti,
c'è purtroppo un maschilismo di ritorno. La donna può essere una brava calciatrice, allenatrice e può anche fare le più geniali strategie di gioco, perché la donna è creativa, la donna è sensibile e queste sono qualità che nello sport possono avere grande valore, soprattutto in uno sport così moralmente deteriorato come il calcio.

 

 

 

 

 

RELAZIONE SU UNO DEI VIVAI PIU’ IMPORTANTI IN EUROPA :A cura di Daniela Asaro Romanoff

L’R.C.D. Espanyol, squadra della PRIMERA DIVISION   spagnola  ha uno dei migliori vivai non solo in Spagna, ma in Europa.

I tecnici educatori dell’Espanyol sono tenuti in grandissima considerazione dalla LIGA ...(leggi tutto)

Centenario Triestina Calcio

Mostra Gennaio 2019 Consegna calendarietti commemorativi del Centenario alla Signora Lucia della Triestina Calcio.

Triestina 1918-2018

Triestina 1918-2018

Triestina 1918-2018

Triestina 1918-2018

Triestina 1918-2018

Triestina 1918-2018

Triestina 1918-2018

Triestina 1918-2018

Triestina 1918-2018

Triestina 1918-2018

L’allenatore di Calcio e la psicologia 1
L’allenatore di Calcio e la psicologia 1

 

L’allenatore di Calcio e la psicologia 2
L’allenatore di Calcio e la psicologia 2

 

 

Intervista a Mauricio Pocchettino allenatore R.C.D. Espanyol, gennaio 2010

Incontro con Dino Zoff all'Ayrton Senna Tribute, organizzato a Imola dall'1 al 4 maggio 2014 da Formula 1 Passion.

GRAZIE AYRTON
 (articolo di Daniela Asaro Romanoff sul sito L'OPINIONISTA)

Una giornata speciale e una conversazione con Dino Zoff



Mi sono recata all'Autodromo di Imola sabato 3 maggio, invitata dagli organizzatori diFormula 1 Passion. Avevo ricordato Ayrton Senna nel 2004, donando il mezzobusto da me eseguito, raffigurante il pilota, all'Autodromo di Monza. Da tanti anni non andavo più a Imola e per puro caso, avvisata dalle Piccole Suore di Santa Teresa del Gesù Bambino, presenti a Imola con tante buone iniziative, da me ricordate nel libro “Piste degli Autodromi, Piste dell'Anima”, ho saputo che a Imola stavano preparando tanti eventi per ricordare il pilota.

 

Mi sono messa subito in contatto con i bravissimi organizzatori, ho fatto presente che ho ricordato Ayrton eseguendo il mezzobusto, scrivendo due libri sulla Formula Uno e tanti articoli giornalistici. Non attendevo un invito, in questi giorni, tra gli impegni di lavoro e le grandi ferite che ha il mio cuore, poiché in Ukraina c'è una guerra fratricida (la Russia è nata a Kiev, con il Battesimo, nel 988 d.C.), desideravo solo fare i complimenti agli organizzatori, e invece l'invito è arrivato, è come se Ayrton Senna avesse voluto che io fossi presente lì. Avevo comunque deciso di commemorare Ayrton quest'anno con delle cartoline.

Ancora i miei complimenti agli organizzatori, non deve essere stato facile preparare e coordinare quattro giorni di eventi straordinari. L'Italia è il Paese che ha commemorato di più, e con più calore umano Ayrton Senna. Molto interessanti i box con i libri dedicati ad Ayrton e con le vetture esposte, anche le monoposto guidate da lui. Dopo aver visitato i vari box e aver guardato con una certa emozione le foto inerenti la carriera di Ayron Senna in F.1, disposte in una mostra multimediale, ho ascoltato con grande attenzione i giornalisti che hanno parlato di Ayrton: Guido Schittone, Ezio Zermiani, Leo Turrini, Leo ha presentato un libro su Ayrton, scritto da lui con contenuti che fanno riflettere molto.

zAnche Dino Zoff, che non ha di certo bisogno di presentazioni, da sempre appassionato di Formula Uno, ha contribuito a ricordare Ayrton. Sono rimasta molto colpita dalle parole di Schittone, Zermiani, Turrini e Zoff. Tutti hanno parlato con la sapienza del cuore, non una frase di troppo oppure banale. Dall'inizio alla fine, i loro interventi sono stati ispirati da una grande sensibilità e ci hanno resi partecipi di tante situazioni, in cui, come giornalisti, furono vicini al pilota e soprattutto all'uomo Ayrton.

Schittone ha evidenziato come Ayrton Senna fosse spesso istintivo nelle sue azioni e reazioni, si arrabbiava di sovente, ma sapeva poi sempre chiedere scusa. Prost era più razionale, appariva caratterialmente quasi perfetto, ma giustamente Schittone ha affermato che sono proprio i difetti di Ayrton, che lo rendono più vicino a tutti noi. Concordo perfettamente con Schittone.

Turrini, Zermiani, Zoff e anche alcuni interventi del pubblico ci hanno fatto conoscere in modo ancora più approfondito la religiosità, il misticismo di Ayrton, il suo prodigarsi per le persone meno fortunate del suo Paese, soprattutto i bambini. Zermiani ha detto che Ayrton con la sua presenza e la sua voce è stato determinante per il risveglio dal coma profondo di un ragazzo: Massimo. Presenti in sala c'erano i genitori di Roland Ratzenberger. Il papà di Ratzenberger ha detto che molto accomunava suo figlio ad Ayrton. Ezio Zermiani ha affermato che nella monoposto di Ayrton è stata trovata una bandiera austriaca, in quell'ultima corsa se l'era portata con sé, per ricordare l'amico scomparso il giorno prima.

In questa giornata davvero speciale si inserisce un'intervista-conversazione con Dino Zoff, che all'Autodromo di Imola è stato accolto con tanto affetto dalla gente. Zoff è un po' l'ultimo dei Mohicani. E' uno dei pochi che rappresentano ancora i valori sportivi del calcio. É una persona vera, è sobrio, riservato, ma anche molto cordiale.

Per 40 minuti, ininterrottamente, ha firmato autografi, si è fatto fotografare con chiunque glielo chiedesse, aveva un sorriso e una parola gentile per ognuno. Posso davvero testimoniare tutto ciò, perché aspettavo lì vicino, per poterlo intervistare. Posso anche affermare che Zoff, spesso considerato troppo taciturno, ha uno spiccato senso dell'umorismo.

Quando il ricordo di Ayrton e di Ratzenberger, mai dimenticato nella mostra e negli eventi organizzati, si faceva troppo triste, per risollevare il morale del pubblico presente, Zermiani, Turrini e Zoff si scambiavano delle battute divertenti, riguardanti anche il superlativo trascorso calcistico di Dino Zoff. Dopo una foto selfie, scattata anche per fare effetto sul fratello e i cugini, tutti rigorosamente più grandi di me … (ho chiesto invano per anni ai miei genitori il fratellino più piccolo …), inizia l'intervista - conversazione.

Le donne notoriamente parlano (e scrivono) più degli uomini, pertanto confido nella pazienza dei lettori. Le mie domande e considerazioni sono talvolta più lunghe delle risposte di Dino Zoff.

Lei è un grande esempio per i giovani d'oggi, che rovinati da un materialismo opprimente, proposto dai media, vedono nel successo subito, ad ogni costo, l'unico scopo della loro vita. Quale messaggio Lei sente di poter dare a questi giovani?

Io ho cercato di dare un messaggio positivo. Si deve saper vivere una vita da atleti, questo comporta sudore e sacrifici. Tutto ciò deve preparare alla vita che si condurrà, quando termina il percorso sportivo. Anche nella vita non calcistica si dovranno sempre affrontare delle difficoltà con spirito di abnegazione. Sarà meglio se lo sportivo giungerà al suo percorso non calcistico già allenato, già preparato.

Secondo Lei la troppa visibilità televisiva, molto spregiudicata, ha contribuito a far perdere i valori allo Sport e non solo allo Sport?

I valori dello Sport devono essere sempre presenti. La visibilità ha portato al calcio-spettacolo, ma non per questo motivo il legame tra il calcio e le regole sportive deve venir calpestato.

Questo calcio italiano stile Hollywood, che si mantiene a debita distanza dalla gente, mentre i calciatori un tempo vivevano nella quotidianità della loro città, non è un controsenso? Non Le manca un calcio più sportivo?

In una società priva di valori, i calciatori fanno i personaggi anche fuori dal campo di calcio, esagerano. La scuola, la famiglia, tutti noi dobbiamo trasmettere ai giovani principi e valori.

Alcuni miei amici ed io siamo rimasti molto colpiti e rattristati nel 2000, quando, dopo aver dimostrato di essere uno dei migliori commissari tecnici che l'Italia calcistica abbia mai avuto, fu “forse costretto” a dare le dimissioni. Io sono stata anche allenatrice di calcio, ma, senza voler offendere nessuno, chi la criticava aspramente non mi sembrava molto preparato per darLe dei suggerimenti tecnici. Mi può dire qualcosa in merito a quel brutto episodio?

Le dimissioni del 2000 furono dovute a degli “apprezzamenti” fatti sull'uomo e non sull'allenatore … . Ma decisi di chiudere perché non ero molto supportato. Avrei potuto andare avanti ancora per un po', ma poi sarei stato costretto a lasciare … .

La gestione del Barcellona FC attraverso un azionariato popolare rende il calcio più vicino alla gente. Secondo Lei questa formula potrebbe giovare al calcio italiano?

Sicuramente sì, potrebbe essere una buona soluzione. La formula associativa è presente anche in altri Paesi. In Germania nessun club della Bundesliga può essere proprietà di un singolo azionista per più del 50%, fa eccezione il Bayer Leverkusen. Speriamo che si possa realizzarla anche in Italia in un prossimo futuro.

Io ho quasi costretto l'allenatore a mettermi in porta, mi faceva sentire più utile alla squadra. Sono stata molto contenta quando le compagne hanno chiesto all'allenatore di confermarmi in tale ruolo. Ero l'ultimo baluardo, una grande speranza per tutti. Anche per Lei fu così?

Sin da bambino io sono stato un portiere, mi sono sempre sentito a mio agio in tale ruolo e ho continuato ad essere un portiere.

Che ricordo ha di Luigi Bonizzoni. Io ho avuto la fortuna di conoscerlo. Pensi che Bonizzoni telefonò a mia mamma per dirle che ha una brava figlia, io … , che in questa società arida e superficiale, spesso vengo diffamata a causa della mia onestà di pensiero e di azione. Ora che lui non c'è più, io mi sento in un certo senso orfana, se ne stanno andando tutti coloro che hanno rappresentato con dignità lo Sport. É stato Bonizzoni a lanciarLa in Serie A. Fu lui a parlarmi della sua passione per le corse. Mi disse che trasformò una 500 in una macchina da corsa, è vero?

Logicamente ho un bellissimo ricordo di Bonizzoni. Comunque non era una 500, si trattava di una 600 Abarth trasformata in un'auto da corsa, da ragazzo io ho lavorato come motorista.

Lei ha anche ricoperto l'incarico di Presidente della Lazio, l'allenatore era Zdenek Zeman. Cosa mi può dire di questa persona così enigmatica? Le piacevano i suoi schemi di gioco?

Ogni allenatore ha i suoi schemi … . Era un po' vanitoso.

Che rapporti ha avuto con lui?

Discreti.

Che ricordo ha dello zio di Zeman, Cestmir Vycpalek? Io gli ho dedicato una breve biografia e sono andata a Praga ad intervistare un suo amico e compagno di squadra.

Sono arrivato alla Juventus proprio quando Vycpalek allenava la squadra. Era una persona colta, intelligente, cordiale, molto aperta.

Il suo compagno di squadra mi disse che fu internato in un campo di concentramento.

Sì, lo so, ce ne parlava, e per miracolo ne uscì vivo, era nella fila giusta … .

Ci siamo incontrati ad Imola, stiamo ricordando Ayrton, che è sempre nei nostri cuori. Che ricordo ha di Ayrton? Lo ha conosciuto personalmente?

Non l'ho conosciuto personalmente, seguivo con grande interesse le sue corse, guardano la televisione. Ho sempre avuto questa sensazione: trasmetteva fiducia alla gente con la sua umiltà e la sua profondità di pensiero. Sono andato in Brasile a fare una visita alla sua tomba. E' sepolto sotto un albero, in una posizione tranquilla.

Foto delle monoposto, autovettura e autodromo di Daniela Asaro Romanoff.
(di Daniela Asaro Romanoff - del 2014-05-09) -

Dal libro GOAL E AUTOGOAL Riflessioni sul calcio di Daniela Asaro

Goal e Autogoal - Riflessioni sul calcio

Dedica a Giacinto Facchetti

Questo libro è dedicato a
Giacinto Facchetti.
Per tutti gli 'addetti ai lavori',
che mi hanno offerto
una preziosa collaborazione,
vuole essere un punto
di riferimento fondamentale
nel disorientamento generale.
Grazie a Giacinto
per le notevoli qualità
sportive ed umane.
Grande talento calcistico,
grande atleta, ma soprattutto
un uomo autentico.
Sarà sempre nei cuori di chi crede
ancora nella forza straordinaria
dello spirito sportivo!

Alcune pagine tratte dal libro

Goal e Autogoal - Riflessioni sul calcio

Goal e Autogoal - Riflessioni sul calcio

Goal e Autogoal - Riflessioni sul calcio

Goal e Autogoal - Riflessioni sul calcio

Goal e Autogoal - Riflessioni sul calcio

Goal e Autogoal - Riflessioni sul calcio

Prefazione 

"Inconsciamente credo di aver precorso con il pensiero tempi come quelli attuali, in cui la melassa dell'informazione specie televisiva e la confusione dei principi e l'irrisione delle regole tendono a ridurre questo "far sapere che sappiamo" come all'ultima triste espressione di libertà (ci stanno fregando, ma almeno ne siamo al corrente)" Gian Paolo Ormezzano *.

Quand'ero una ragazzina ed iniziavo a praticare lo sport agonistico, leggevo gli articoli di Gian Paolo Ormezzano e cominciavo a riflettere, ora posso affermare che egli ha contribuito a formare il mio spirito sportivo.

L'ho contattato recentemente e ho constatato che il degrado generale non l'ha cambiato, è rimasto un uomo vero, uno sportivo, cosa rara di questi tempi, Ormezzano è soprattutto un giornalista che non viene dall'irrealtà... una persona che continua a stare tra la gente, non si è isolato, come molti, nelle torri d'avorio dello sport divistico, ed ha un'altra importantissima qualità: la sapienza del cuore.

Daniela Asaro

* Da Gian Paolo Ormezzano, I miti dello sport visti dallo spogliatoio, Boroli Editore, Milano 2004.

Qualche riflessione

Uno dei gravissimi problemi che affliggono la società attuale, tutti gli ambiti, e quindi anche quello sportivo, è la certezza unita all'esaltazione del sé, della propria onnipotenza da parte di molte persone. Non mi stancherò mai di ripetere che è ancor più terribile quando l'ambito sportivo viene "corroso" da tali "certezze", perchè il suo compito principale è di essere un punto di riferimento educativo per tanti giovani.

Dopo le ovazioni negli stadi per una partita vinta ci si può sentire dei re assoluti, tutto è chiaro, tutto è sicuro: l'amicizia del tale personaggio che conta, i sorrisi di tante "fatine famose".... L'uomo, quindi, ha tutto sotto controllo, anche chi non è cullato dal successo, ma "semplicemente" dal benessere. Ovviamente, di solito, è distante mille miglia, dalle menti di questi "re", la consapevolezza che non tanto lontano da loro, al mercato di Kabul, ad esempio, c'è un vecchio che sta vendendo un tozzo di pane per racimolare qualche soldo....

Ubriacati dagli applausi, dal piacere e dai tanti vantaggi non ci si può accorgere di lui. Gli "idoli" non possono tener conto delle tragedie dell'umanità e tantomeno della violenza che si scatena negli stadi. Quante parole, quanti decreti inutili, quanta gente vanitosa "si parla addosso" alla televisione ovviamente, per avere la tanto adorata visibilità, e tutti sono pronti a dare tante soluzioni....
Io credo che i tifosi si sentano usati e siano frustrati, soprattutto i giovani, tramite le partite di calcio, attuali gli si offre il nulla o, peggio, moltissimi cattivi esempi, la violenza è una grave manifestazione di un disagio esistenziale. Ci sono anche i tifosi con i "paraocchi" che difendono le società più corrotte nonchè i personaggi più ambigui, di solito non creano problemi negli stadi, perchè i problemi ce li hanno dentro, e forse non se ne libereranno mai, credono ciecamente in tutto quello che è distorto dai media! Varie persone potrebbero fare molto per questa società ammalata, ma vivendo immersi nelle certezze e nei vantaggi materiali, sono come automi, senza sensazioni credibili.

Certezze... certezze... certezze... chi più di Albert Einstein ha analizzato il "mistero" per ottenere delle certezze... sua la stupenda riflessione: "Quella del mistero è la più straordinaria esperienza che ci sia data da vivere, è l'emozione fondamentale situata al centro della vera arte e della vera scienza".
Noi osiamo aggiungere: della vera vita, vissuta dagli uomini autentici. Einstein continua la sua riflessione e come non si può venir indotti a meditare, leggendo le sue parole: "...DA QUESTO PUNTO DI VISTA CHI SA E NON PROVA MERAVIGLIA, CHI NON SI STUPISCE PIU' DI NULLA E' SIMILE A UN MORTO, A UNA CANDELA CHE NON FA PIU' LUCE".
Essere candele che fanno luce...
Credo che se qualche "addetto ai lavori" sarà attratto dai seguenti versi di W. Blake, se li leggerà e li rileggerà, allora forse potrà essere una candela che fa luce.

"Vedere un mondo in un grano di sabbia e un universo in un fiore di campo, possedere l'infinito sul palmo della mano e l'eternità in un'ora".

William Blake (1757-1827)

Ringraziamenti

Vi ringrazio per l'attenzione, spero che non abbiate lanciato questo libro a terra o nel cestino della spazzatura. Se io non apprezzassi il calcio in quanto sport e non stimassi, in quanto essere umani, anche i peggiori dirigenti, non avrei forse composto queste pagine, per le cose o le persone che non amiamo troppo si prova solo indifferenza.
Spero si comprenda che sia io sia i calciatori, che con me hanno collaborato, e che ringrazio tantissimo, abbiamo mosso delle critiche costruttive e non distruttive. Abbiamo preferito che i calciatori mantenessero l'anonimato, che del resto loro stessi avevano chiesto, per non ritrovarsi in situazioni sgradite, visti i tempi. Sono certa che quando i calciatori metteranno la loro firma, magari in un prossimo libro, allora significherà che il calcio è ritornato ad essere uno sport vero. Ringrazio quindi in particolar modo il grande giornalista Gian Paolo Ormezzano. Quand'ero una ragazzina ho praticato vari sport, anche il calcio, e leggevo i suoi articoli, è stato questo uomo autentico e leale a formare il mio spirito sportivo assieme a mio padre, che già molti anni fa diceva che lo sport era diventato una buffonata, io allora non lo comprendevo, ora sì... grazie carissimo e indimenticabile papà, sei sempre accanto a me.
Ringrazio un'altra meravigliosa persona, io la definisco un'anima bella che splende, è il mio faro: Ayrton Senna. Sento anche lui sempre vicino a me. Quando devo fronteggiare l'arroganza dei "peggiori dirigenti" di certe società calcistiche io non sono sola, due meravigliosi angeli mi accompagnano sempre. Forse i rudi uomini del calcio rideranno leggendo queste parole... e io li invito a non aver paura di essere se stessi, di esprimere le proprie emozioni, non indossate sempre la maschera del vincente!Io, che già stimavo il pilota Mika Hakkinen, l'ho apprezzato ancora di più quando, cercando di nascondersi dietro una siepe a Monza, ha pianto, accortosi che veniva ripreso impietosamente dalle telecamere, non ha interrotto il suo pianto... ecco la grande forza di essere se stessi!
 
Giuseppe Papadopulo Opinione di Giuseppe PAPADOPULO su Ayrton SENNA:

"Ayrton SENNA non era solo un poeta, era anche un filosofo."
 
Silvio Baldini Opinione di Silvio BALDINI su Ayrton SENNA:

"Ho ammirato molto Ayrton Senna, era grande come pilota e come uomo. Propongo la sua tenacia e la sua volontà anche ai calciatori che alleno. Ho una videocassetta su Ayrton, che faccio vedere ai ragazzi, riguarda una gara estenuante. Ayrton ha una spalla rotta, si sente che si lamenta, si vede che soffre terribilmente, eppure riesce a portare a termine alla grande la corsa."



 

 Grafica:  interfutura.net

    Hosted & Published by:  bluenter.com

Daniela Asaro Romanoff © 2007-2008 All rights reserved.