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STORIA DELLA RUSSIA E DEI ROMANOFF

II PARTE


Nella prima parte, in cui si è parlato della Russia prima del governo dei Romanoff, avevamo incontrato una splendida figura: Alexander Nevskj, vittorioso con gli invasori svedesi e con i temibili cavalieri teutonici, terribili e temibili in tutti i sensi e per svariati motivi; continueranno ad essere un grave pericolo, nel corso dei secoli, non solo per la Russia, e non solo per i Romanoff. Fu vittorioso con tanti nemici, ma con i Tartari Alexander Nevskj reputò opportuno trattare anziché combattere. Questa sua decisione si rivelò saggia. Più volte incontrò i capi tartari per pagare tributi e cercare di ottenere grazie. Abbiamo già detto che fu canonizzato. Attraverso la discendenza di uno dei suoi figli, possiamo considerare Nevskj un antenato dei Romanoff.

Per ora proseguiamo nella narrazione della storia della prima dinastia che governò la Russia: i Rurik, discendenti dai Varangian ovvero dai Vichinghi. Gli storici hanno sempre considerato eccezionale il numero di discendenti Rurik. Quasi un secolo fa, in Russia, c’erano ancora centinaia di persone che affermavano di essere discendenti di Rurik, gli storici sono certi che tutte queste persone potessero veramente discendere da Rurik. Nel 1858 fu completato un elenco, per quanto concerneva i discendenti diretti: venivano definiti tali i discendenti dalla linea maschile, legittima, figli di persone che avevano contratto un regolare matrimonio, e pertanto con pieno diritto alla successione, per diritto di nascita. Di solito i figli che nascevano al di fuori del matrimonio raramente avevano diritto di venir riconosciuti e ancor più raramente avevano diritto alla successione, comunque talvolta è accaduto che qualche figlio non legittimo sia divenuto un governatore, e anche con qualità eccezionali. Questo ci dimostra che le leggi umane vanno rispettate, ma ci sono leggi che superano quelle umane e Chi tutto può sa trasformare ‘le righe un po’ storte’ in ‘righe splendidamente diritte’.

Molti discendenti Ruricovich, durante il governo dei Romanoff, si distinsero come uomini di Stato, artisti, scrittori, e si fecero valere anche in campo militare. Un discendente di Rurik, della famiglia Dolgorukj, rimase lealmente con Nicola II fino ai suoi ultimi giorni. Tutto questo dimostra che ci fu una continuità, un’intelligenza nell’amministrare la ‘res publica’ davvero notevole da parte dei Rurik e da parte dei Romanoff, che divennero consanguinei attraverso parecchi matrimoni. In altre Paesi le dinastie spesso si succedettero in modo burrascoso, così non fu in Russia. E’ doveroso evidenziare, per onestà storica che quasi nessuno tra i parenti dei Romanoff, allora regnanti, fu capace di essere leale come Dolgorukj. A parole ci fu tanta lealtà … furono organizzate anche delle possibilità di fuga per Nicola II e la sua famiglia, ma si ha l’impressione che siano tutte fallite, perché non ‘si voleva’, in realtà, che in Russia continuassero a governare i Romanoff, i quali, tra l’altro, già con Alessandro III avevano dimostrato di voler diventare sempre di più una monarchia al passo con i tempi. Con Nicola II il popolo sarebbe diventato protagonista, nel 1902, a Sarov, la gente, accorsa numerosa per incontrare una famiglia imperiale così umile e devota a San Serafino, aveva compreso le intenzioni ancora non espresse del giovane zar, ma, dal momento che c’erano altri ‘programmi’, questo non poteva accadere. La storiella dello ‘zar oppressore’ fu abilmente confezionata da certe ‘congreghe’, che già da tempo volevano sbarazzarsi dei Romanoff, non di certo per liberare il popolo, dal momento che in settant’anni di ‘trionfo delle congreghe’, in quanto a morti a causa del regime, superiamo ampiamente quelli di molte stragi recenti assai più conosciute e conclamate. Ci sono sovrani, ancora adesso sul loro trono, i cui antenati non vengono considerati oppressori, ma hanno infranto tutte le leggi del buon senso, hanno fatto della religione ‘uno straccio’ da calpestare, hanno invaso intere nazioni e procurato immense sofferenze alle ‘famigerate colonie’, eppure continueranno a non venir mai definiti oppressori … potere delle ‘congreghe’!!! Spesso, re Faruk, che ben conosceva i ‘poteri underground’ che sostengono oppure smantellano anche le monarchie, soleva elencare i sovrani che sarebbero rimasti per lunghissimo tempo sul trono, si è rivelato buon ‘profeta’.

Al di sopra dell’onestà storica, c’è, però, la necessità del perdono, Nicola II e la sua famiglia, recatisi come agnelli al macello, nella cantina dove furono fucilati, avevano perdonato tutti i più loschi appartenenti a qualsiasi ‘congrega’ e tutte le slealtà dei parenti, abbiamo il dovere di farlo anche noi, perché Cristo ha versato il suo sangue anche per redimere i ‘potenti underground’, tutti possono cambiare, tutti possono salvare la loro anima. Che gli splendidi martiri di Ekaterimburg ci dìano la forza di amare, considerandolo nostro prossimo, anche chi continua a sbagliare e a diffondere diffamazione.

Ritorniamo a chi aveva veramente la Russia e la sua gente nel cuore: i Rurik e i Romanoff, per questo motivo li troviamo uniti fino alla fine.

Tra i discendenti di Rurik possiamo annoverare Yurj Gagarin, il primo astronauta. La famiglia Gagarin, nell’elenco del 1858, risulta trentesima nell’ordine di successione.

Oltre ai discendenti di Rurik, dopo il graduale assorbimento della Lituania da parte della Russia, altre famiglie, discendenti di Gedimin, re della Lituania, furono molto utili, diedero tanto al loro nuovo Paese, i Khovanskj, i Golitsjn, i Kurakin e i Trubetskoj furono molto leali nei confronti dei Romanoff.

Comunque, al di là delle varie famiglie e dei loro titoli, nella Russia medievale dobbiamo tener ben presente che il titolo di ‘boiaro’ ha avuto una grande importanza. Molti storici definiscono i ‘boiari’ l’anello di congiunzione tra i Rurik e i Romanoff. I boiari, proprietari terrieri, iniziano ad avere un ruolo ben preciso quando vengono nominati collaboratori e guardie del corpo del Grande Principe di Kiev. I Grandi Principi, poi denominati czar, avevano un assoluto bisogno di poter contare sui loro boiari, per cui, queste figure così importanti, ricevettero dai loro Principi ulteriori estensioni di terra, come riconoscimento dei loro servizi. Anche alcune famiglie di antica nobiltà iniziarono a comprendere, per la sicurezza loro e dei loro discendenti, che era opportuno diventare boiari al servizio del Grande Principe. Stiamo continuando a parlare di Grandi Principi di Kiev, ma, dopo il 1240, come è stato già detto nella prima parte, anno in cui fu rasa al suolo dai Tartari, a Kiev rimase solo il prestigio del nome. Fu la città di Novgorod che congiunse il primo stato russo medievale, con Kiev come città principale, allo stato russo moscovita. Solamente dopo l’ anno 1147 troviamo menzionato nelle cronache il piccolo forte in legno di Mosca. Questo piccolo forte, nel 1272, fu ereditato da un figlio di Alexander Nevskj. Mosca deve la sua fortuna alla buona posizione geografica. Era vicina alle sorgenti dei fiumi che portavano ai tre mari della Russia, particolare importantissimo: era lontana dalle zone dove avvennero i ripetuti attacchi dei Tartari.

Ivan Kalita fu molto probabilmente il primo Grande Principe della Moscovia, molto abile nel comprendere ciò che poteva essere utile al fine di ampliare il principato e renderlo più sicuro. Regnò dal 1325 al 1341. Nel 1327 il titolo di Grande Principe gli fu dato dal Can. Questa fu un’abilissima mossa, la prima conseguenza estremamente positiva fu l’autorizzazione da parte dei Tartari di poter riscuotere i tributi degli altri principi russi per il Can. Nel 1326 il Capo della Chiesa russa si trasferì a Mosca, per stabilirvi la sua dimora. Questo secondo avvenimento contribuì a conferire maggiore importanza al Principato di Mosca. Il figlio di Ivan, Simeone, ottenne dal Can ulteriori importanti concessioni. Governò fino al1353. Anche suo fratello Ivan II ebbe ottimi risultati dal buon rapporto con i Tartari. I Grandi Principi moscoviti avevano compreso che solo tramite una completa sottomissione ai Tartari, avrebbero potuto, non solo preservare le loro terre, ma renderle sempre più prospere, riuscendo a mantenere anche una certa dignità e identità. Nel contempo i Grandi Principi cercavano di crearsi molti amici tra i nobili stranieri e anche tra i Tartari. Ad alcuni nuovi amici, leali e collaborativi, venivano offerte terre e il prezioso titolo di boiaro. Anche i Romanov furono dei boiari, provenivano dalla Lituania, ma ci sono delle cronache, in cui gli storici li definiscono ‘originari della Terra di Prus’, e non è chiaro dove questa Terra si trovi. L’origine Lituana è molto probabilmente attendibile
 

Daniela Asaro Romanoff

 

 

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