Ivan II (1353-1359) fu molto abile nell’attirare a
Mosca esuli, nobili stranieri, addirittura
avventurieri tartari. A coloro che promettevano
di essere fedeli veniva data terra e venivano
anche conferiti i titoli di boiari.
I Romanov arrivarono in questo periodo dalla misteriosa
terra di Prus (a cui fanno riferimento le
cronache) oppure, più verosimilmente, dalla
Lituania. I Romanov compaiono nei libri di
Storia, per la prima volta, come accompagnatori
del Gran Principe Simeone Jvanovich, che andò a
Tver a prendere in moglie Maria, figlia del Gran
Principe Alessandro Mikhailovich di Tver, Andrea
Kobjla e Alessio Besovolkov fecero parte del
seguito. A Kobjla erano stati affidati gli
incarichi più importanti e proprio lui fu il
progenitore della famiglia Romanov. Fedor Koshka
fu il quinto figlio di Kobjla, ed i suoi figli
portarono il nome Koshkin. La linea genealogica
che porta ai Romanov prosegue con Zaccaria
Koshkin, i cui discendenti furono chiamati
Zacharin Koshkin, ed in seguito solamente
Zacharin. Il nome Romanov venne acquisito dai
figli di Nikita Romanovich, figlio di Roman
Zacharin. Siamo nel XVI secolo. Si sa molto poco
per quanto concerne i primi Romanov. Erano dei
boiari, proprietari terrieri e furono capaci di
fronteggiare con determinazione e saggezza le
insidie che provenivano da altre famiglie di
boiari oppure famiglie principesche come quella
dei Shuiskj, che non riuscirono a superare i
Romanov. Il boiaro Fedor Koshkin, antenato dei
Romanov, si distinse per il grande aiuto che
diede al governatore di Mosca Dimitri Donskoj
(1359-1389) nelle battaglie contro i Tartari..
Oltre al fedelissimo Koshkin, il governatore
Dimitri ebbe il sostegno dei suoi fratelli,
della Chiesa e della nobiltà russa. Le
incursioni dei Tartari furono terribili, ma si
infransero contro le possenti mura di
Mosca. Nel 1380 l’esercito di Dimitri sconfisse
i Tartari a Kulikovo, sulle rive del Don, con
quella vittoria Dimitri fu riconosciuto capo di
tutta la Russia. Il figlio di Dimitri, Basilio
I, non ebbe grossi problemi durante il periodo
in cui governò. Basilio II (1425-1462) ebbe una
sorte molto diversa. Durante il suo governo ci
furono lotte civili a Mosca e interventi
stranieri, Basilio fu rapito e accecato, ma
vinse la sua tenacia, e, seppur cieco e molto
provato, riuscì a portare sicurezza al Paese.
Proprio in quei difficili momenti si comprese
quanto fosse necessaria l’unione del popolo e
della Chiesa.
Successe a Basilio Ivan III (1462-1505), che si
guadagnò la denominazione di Ivan il Grande. Le
sue conquiste di nuovi territori furono
importantissime. Ivan III soleva ribadire:” La
Terra russa dei nostri lontani antenati è nostro
patrimonio”. La prima grande impresa fu
l’annessione di Novgorod, e, in seguito, anche
ampie zone del Nord furono conquistate. Novgorod
cercò di sottrarsi all’annessione, chiedendo la
protezione della cattolica Lituania. Ivan
conquistò definitivamente Novgorod nel 1478 e
riuscì ad annettere anche la terribilissima Tver
nel 1485. Per Ivan era fondamentale riunire le
Terre russe e la Polonia-Lituania divenne un
grosso ostacolo, questo ostacolo rimase tale per
tre secoli. Il recupero delle province
occidentali era talmente importante da fargli
pronunciare di sovente una frase, che divenne un
testamento per i suoi discendenti. Il recupero
della Polonia-Lituania era molto sentito da Ivan
e spesso diceva:”Questa è una causa nazionale,
ci saranno tregue solo per respirare”.
L’oppressiva dominazione tartara ebbe fine
durante il regno di Ivan il Grande e fu una fine
piuttosto grottesca. Il Can, con il suo
esercito, nella primavera del 1480, marciò verso
Nord per ottenere un tributo. Di fronte
all’esercito tartaro, sull’altra riva del fiume
si dispose l’esercito di Ivan. Per un anno i due
eserciti rimasero l’uno di fronte all’altro,
alla fine, l’esercito del Can, intimorito, se ne
andò.
Ivan volle anche il prestigio internazionale e sposò,
nel 1472, in seconde nozze, Zoe, l’erede dei
Paleologhi, nipote dell’ultimo imperatore
bizantino. Ivan cambiò il nome della moglie, Zoe
fu
chiamata Sofia, però Ivan acquisì la doppia
aquila bizantina per il suo blasone e fu
adottato anche il cerimoniale bizantino.
Costantinopoli influenzò i governanti russi per
molti secoli, mentre l’architettuta e l’arte
iniziarono ad essere espressione della
Rinascenza italiana. Prima di sposare Ivan, Zoe
si era rifugiata a Roma, per ottenere la
protezione del Papa. A Mosca, quindi, portò vari
artisti e architetti italiani, che ebbero dal
consorte molti incarichi prestigiosi. Ivan
desiderava che Mosca si arricchisse di
bellissimi palazzi. Esattamente come Pietro,
quasi due secoli più tardi, Ivan desiderava per
la Russia altre terre, più cultura, città
architettonicamente belle e apertura, la Russia
non doveva essere un’isola. Non a caso sia Ivan
che Pietro si guadagnarono l’appellativo:
‘Grande’, con il quale vengono ancora ricordati.
Tra il 1480 e il 1490 venne costruita una magnifica
fortezza. Ivan si circondò di eruditi
personaggi, che si dedicarono a studi anche
complessi per conferire al ruolo di Ivan il
supporto della Storia e della cultura. Un monaco
piuttosto fanatico e originale diede vita alla
teoria delle tre Rome, per cui le prime due, la
Roma dei Cesari e quella ‘Bizantina’ erano
crollate, la terza sarebbe rimasta, e la terza
Roma, secondo questo monaco, sarebbe stata
Mosca. Ivan abilmente e prudentemente
controllava anche la stravaganza degli eruditi,
affinché non ‘debordassero’, ma continuassero ad
alimentare la grandezza della Russia.
Raggiunto l’apice del suo potere, Ivan scelse per
sé il titolo di Gosudar (sovrano o signore) e di
Samoderzhetz (governatore). Negli ultimi anni
della sua vita si firmava: Giovanni, per Grazia
di Dio, Sovrano (Gosudar) di tutta la Russia,
Gran Principe di Vladimir, Mosca, Novgorod,
Pskov, Tver, Jugria, Viatka, Perm, Bolgarj,
ecc.. Ivan aveva rifiutato un’offerta da parte
della Germania, volevano nominarlo ‘re’, ma Ivan
rifiutò tale titolo, ritenendo più significativi
i suoi, che gli appartenevano di diritto, poiché
molti di questi titoli erano stati ottenuti
coraggiosamente sul campo.Nel secolo
decimoquinto Ivan il Grande riunì le Terre russe
e consolidò il suo potere.
Per coincidenza storica questo avvenne anche in
Inghilterra, Enrico VII, ponendo fine alla
guerra delle Due Rose, diede origine alla
monarchia Tudor, in Francia, Luigi XI, sconfisse
il regno di Borgogna e riunificò le Terre di
Francia, Aragona e Castiglia furono unite da
Ferdinando e Isabella, tramite il loro
matrimonio, i reali spagnoli riuscirono anche a
liberare la Spagna dalla dominazione araba.
Ancora due secoli dovevano passare affinché la
Russia si aprisse all’Europa, questo avvenne con
Pietro, un successore dei Romanov. Ivan il
Grande e suo figlio Basilio III (1505 -1533)
nutrirono questo desiderio, ma non riuscirono a
realizzare pienamente i loro sogni: fare della
Russia una potenza europea. Intanto, comunque,
le città russe si abbellirono e Basilio III
riuscì ad annettere altre città al già vasto
territorio russo.
Inevitabilmente La Russia rimase esclusa da
parecchi eventi che segnarono profondamente la
Storia europea: le Crociate, il sorgere delle
Università e delle iniziative capitalistiche, i
grandi viaggi esplorativi, il Rinascimento, la
Riforma e la Controriforma.
Daniela Asaro
Romanoff