Una rinascita dei valori scomparsi dello sport calcio è possibile? Parliamone: proposte e testimonianze di Daniela Asaro, Corrado Tremul coadiuvati da Arianna Zebochin.
Interventi dell'ex calciatore della Triestina: Maurizio Costantini
Mauricio Pochettino - Il fattore umano non è un'optional
It is shamefull, Mr Collovati! I was a coach, I work with
tactics and strategies, giving some suggestions to some men
... . I wrote a book " Goal and Autogoal". I ' ll publish
another book about soccer. I wrote many articles about
tactics and strategies. I work in a Physics Lab. I repeat,
you offended us women, because some women can prepare a game
far better than some men! I assure you. I spoke about some
solutions before Mourinho. We women are understimated above
all when we want only to work and we dislike the vip groups.
Reflect, Mr Collovati, please, reflect about what you said.
Instead of saying foolish sentence, I think It is better to
shut up!
Best Regards.
Daniela Asaro
Bufera su Collovati: "Mi volta lo stomaco a
sentire le donne parlare di tattica"
Le donne sono molto intelligenti, c'è purtroppo un maschilismo di ritorno. La donna può essere una brava calciatrice, allenatrice e può anche fare le più geniali strategie di gioco, perché la donna è creativa, la donna è sensibile e queste sono qualità che nello sport possono avere grande valore, soprattutto in uno sport così moralmente deteriorato come il calcio.
RELAZIONE SU UNO DEI VIVAI PIU’ IMPORTANTI IN EUROPA :A
cura di Daniela Asaro Romanoff
L’R.C.D. Espanyol, squadra della PRIMERA DIVISION
spagnola ha uno
dei migliori vivai non solo in Spagna, ma in Europa.
I tecnici educatori dell’Espanyol sono tenuti in
grandissima considerazione dalla LIGA ...(leggi
tutto)
Centenario Triestina Calcio
Mostra Gennaio 2019
Consegna calendarietti
commemorativi del Centenario alla Signora Lucia della Triestina Calcio.
Mi sono recata all'Autodromo di Imola sabato 3
maggio, invitata dagli organizzatori diFormula 1 Passion. Avevo
ricordato Ayrton Senna nel 2004, donando il mezzobusto da me
eseguito, raffigurante il pilota, all'Autodromo di Monza. Da tanti
anni non andavo più a Imola e per puro caso, avvisata dalle Piccole
Suore di Santa Teresa del Gesù Bambino, presenti a Imola con tante
buone iniziative, da me ricordate nel libro “Piste degli Autodromi,
Piste dell'Anima”, ho saputo che a Imola stavano preparando tanti
eventi per ricordare il pilota.
Mi
sono messa subito in contatto con i bravissimi organizzatori, ho
fatto presente che ho ricordato Ayrton eseguendo il mezzobusto,
scrivendo due libri sulla Formula Uno e tanti articoli
giornalistici. Non attendevo un invito, in questi giorni, tra gli
impegni di lavoro e le grandi ferite che ha il mio cuore, poiché in
Ukraina c'è una guerra fratricida (la Russia è nata a Kiev, con il
Battesimo, nel 988 d.C.), desideravo solo fare i complimenti agli
organizzatori, e invece l'invito è arrivato, è come se Ayrton Senna
avesse voluto che io fossi presente lì. Avevo comunque deciso di
commemorare Ayrton quest'anno con delle cartoline.
Ancora i miei complimenti agli organizzatori, non
deve essere stato facile preparare e coordinare quattro giorni di
eventi straordinari. L'Italia è il Paese che ha commemorato di più,
e con più calore umano Ayrton Senna. Molto interessanti i box con i
libri dedicati ad Ayrton e con le vetture esposte, anche le
monoposto guidate da lui. Dopo aver visitato i vari box e aver
guardato con una certa emozione le foto inerenti la carriera di
Ayron Senna in F.1, disposte in una mostra multimediale, ho
ascoltato con grande attenzione i giornalisti che hanno parlato di
Ayrton: Guido Schittone, Ezio Zermiani, Leo Turrini, Leo ha
presentato un libro su Ayrton, scritto da lui con contenuti che
fanno riflettere molto.
zAnche
Dino Zoff, che non ha di certo bisogno di presentazioni, da sempre
appassionato di Formula Uno, ha contribuito a ricordare Ayrton. Sono
rimasta molto colpita dalle parole di Schittone, Zermiani, Turrini e
Zoff. Tutti hanno parlato con la sapienza del cuore, non una frase
di troppo oppure banale. Dall'inizio alla fine, i loro interventi
sono stati ispirati da una grande sensibilità e ci hanno resi
partecipi di tante situazioni, in cui, come giornalisti, furono
vicini al pilota e soprattutto all'uomo Ayrton.
Schittone ha evidenziato come Ayrton Senna fosse
spesso istintivo nelle sue azioni e reazioni, si arrabbiava di
sovente, ma sapeva poi sempre chiedere scusa. Prost era più
razionale, appariva caratterialmente quasi perfetto, ma giustamente
Schittone ha affermato che sono proprio i difetti di Ayrton, che lo
rendono più vicino a tutti noi. Concordo perfettamente con Schittone.
Turrini,
Zermiani, Zoff e anche alcuni interventi del pubblico ci hanno fatto
conoscere in modo ancora più approfondito la religiosità, il
misticismo di Ayrton, il suo prodigarsi per le persone meno
fortunate del suo Paese, soprattutto i bambini. Zermiani ha detto
che Ayrton con la sua presenza e la sua voce è stato determinante
per il risveglio dal coma profondo di un ragazzo: Massimo. Presenti
in sala c'erano i genitori di Roland Ratzenberger. Il papà di
Ratzenberger ha detto che molto accomunava suo figlio ad Ayrton.
Ezio Zermiani ha affermato che nella monoposto di Ayrton è stata
trovata una bandiera austriaca, in quell'ultima corsa se l'era
portata con sé, per ricordare l'amico scomparso il giorno prima.
In questa giornata davvero speciale si inserisce
un'intervista-conversazione con Dino Zoff, che all'Autodromo di
Imola è stato accolto con tanto affetto dalla gente. Zoff è un po'
l'ultimo dei Mohicani. E' uno dei pochi che rappresentano ancora i
valori sportivi del calcio. É una persona vera, è sobrio, riservato,
ma anche molto cordiale.
Per
40 minuti, ininterrottamente, ha firmato autografi, si è fatto
fotografare con chiunque glielo chiedesse, aveva un sorriso e una
parola gentile per ognuno. Posso davvero testimoniare tutto ciò,
perché aspettavo lì vicino, per poterlo intervistare. Posso anche
affermare che Zoff, spesso considerato troppo taciturno, ha uno
spiccato senso dell'umorismo.
Quando il ricordo di Ayrton e di Ratzenberger,
mai dimenticato nella mostra e negli eventi organizzati, si faceva
troppo triste, per risollevare il morale del pubblico presente,
Zermiani, Turrini e Zoff si scambiavano delle battute divertenti,
riguardanti anche il superlativo trascorso calcistico di Dino Zoff.
Dopo una foto selfie, scattata anche per fare effetto sul
fratello e i cugini, tutti rigorosamente più grandi di me … (ho
chiesto invano per anni ai miei genitori il fratellino più piccolo
…), inizia l'intervista - conversazione.
Le donne notoriamente parlano (e scrivono) più
degli uomini, pertanto confido nella pazienza dei lettori. Le mie
domande e considerazioni sono talvolta più lunghe delle risposte di
Dino Zoff.
Lei
è un grande esempio per i giovani d'oggi, che rovinati da un
materialismo opprimente, proposto dai media, vedono nel successo
subito, ad ogni costo, l'unico scopo della loro vita. Quale
messaggio Lei sente di poter dare a questi giovani?
Io ho cercato di dare un messaggio positivo.
Si deve saper vivere una vita da atleti, questo comporta sudore e
sacrifici. Tutto ciò deve preparare alla vita che si condurrà,
quando termina il percorso sportivo. Anche nella vita non calcistica
si dovranno sempre affrontare delle difficoltà con spirito di
abnegazione. Sarà meglio se lo sportivo giungerà al suo percorso non
calcistico già allenato, già preparato.
Secondo Lei la troppa visibilità
televisiva, molto spregiudicata, ha contribuito a far perdere i
valori allo Sport e non solo allo Sport?
I valori dello Sport devono essere sempre
presenti. La visibilità ha portato al calcio-spettacolo, ma non per
questo motivo il legame tra il calcio e le regole sportive deve
venir calpestato.
Questo calcio italiano stile Hollywood,
che si mantiene a debita distanza dalla gente, mentre i calciatori
un tempo vivevano nella quotidianità della loro città, non è un
controsenso? Non Le manca un calcio più sportivo?
In una società priva di valori, i calciatori
fanno i personaggi anche fuori dal campo di calcio, esagerano. La
scuola, la famiglia, tutti noi dobbiamo trasmettere ai giovani
principi e valori.
Alcuni
miei amici ed io siamo rimasti molto colpiti e rattristati nel 2000,
quando, dopo aver dimostrato di essere uno dei migliori commissari
tecnici che l'Italia calcistica abbia mai avuto, fu “forse
costretto” a dare le dimissioni. Io sono stata anche allenatrice di
calcio, ma, senza voler offendere nessuno, chi la criticava
aspramente non mi sembrava molto preparato per darLe dei
suggerimenti tecnici. Mi può dire qualcosa in merito a quel brutto
episodio?
Le dimissioni del 2000 furono dovute a degli
“apprezzamenti” fatti sull'uomo e non sull'allenatore … . Ma decisi
di chiudere perché non ero molto supportato. Avrei potuto andare
avanti ancora per un po', ma poi sarei stato costretto a lasciare …
.
La gestione del Barcellona FC attraverso
un azionariato popolare rende il calcio più vicino alla gente.
Secondo Lei questa formula potrebbe giovare al calcio italiano?
Sicuramente sì, potrebbe essere una buona
soluzione. La formula associativa è presente anche in altri Paesi.
In Germania nessun club della Bundesliga può essere proprietà di un
singolo azionista per più del 50%, fa eccezione il Bayer Leverkusen.
Speriamo che si possa realizzarla anche in Italia in un prossimo
futuro.
Io
ho quasi costretto l'allenatore a mettermi in porta, mi faceva
sentire più utile alla squadra. Sono stata molto contenta quando le
compagne hanno chiesto all'allenatore di confermarmi in tale ruolo.
Ero l'ultimo baluardo, una grande speranza per tutti. Anche per Lei
fu così?
Sin da bambino io sono stato un portiere, mi
sono sempre sentito a mio agio in tale ruolo e ho continuato ad
essere un portiere.
Che ricordo ha di Luigi Bonizzoni. Io
ho avuto la fortuna di conoscerlo. Pensi che Bonizzoni telefonò a
mia mamma per dirle che ha una brava figlia, io … , che in questa
società arida e superficiale, spesso vengo diffamata a causa della
mia onestà di pensiero e di azione. Ora che lui non c'è più, io mi
sento in un certo senso orfana, se ne stanno andando tutti coloro
che hanno rappresentato con dignità lo Sport. É stato Bonizzoni a
lanciarLa in Serie A. Fu lui a parlarmi della sua passione per le
corse. Mi disse che trasformò una 500 in una macchina da corsa, è
vero?
Logicamente ho un bellissimo ricordo di
Bonizzoni. Comunque non era una 500, si trattava di una 600 Abarth
trasformata in un'auto da corsa, da ragazzo io ho lavorato come
motorista.
Lei ha anche ricoperto l'incarico di
Presidente della Lazio, l'allenatore era Zdenek Zeman. Cosa mi può
dire di questa persona così enigmatica? Le piacevano i suoi schemi
di gioco?
Ogni allenatore ha i suoi schemi … . Era un
po' vanitoso.
Che
rapporti ha avuto con lui?
Discreti.
Che ricordo ha dello zio di Zeman,
Cestmir Vycpalek? Io gli ho dedicato una breve biografia e sono
andata a Praga ad intervistare un suo amico e compagno di squadra.
Sono arrivato alla Juventus proprio quando
Vycpalek allenava la squadra. Era una persona colta, intelligente,
cordiale, molto aperta.
Il suo compagno di squadra mi disse che
fu internato in un campo di concentramento.
Sì, lo so, ce ne parlava, e per miracolo ne
uscì vivo, era nella fila giusta … .
Ci siamo incontrati ad Imola, stiamo
ricordando Ayrton, che è sempre nei nostri cuori. Che ricordo ha di
Ayrton? Lo ha conosciuto personalmente?
Non l'ho conosciuto personalmente, seguivo
con grande interesse le sue corse, guardano la televisione. Ho
sempre avuto questa sensazione: trasmetteva fiducia alla gente con
la sua umiltà e la sua profondità di pensiero. Sono andato in
Brasile a fare una visita alla sua tomba. E' sepolto sotto un
albero, in una posizione tranquilla.
Foto delle monoposto, autovettura e autodromo
di Daniela Asaro Romanoff. (di Daniela Asaro Romanoff - del 2014-05-09) -
Dal libro GOAL E AUTOGOAL Riflessioni sul calcio di Daniela Asaro
Dedica a Giacinto Facchetti
Questo libro è dedicato a
Giacinto Facchetti.
Per tutti gli 'addetti ai lavori',
che mi hanno offerto
una preziosa collaborazione,
vuole essere un punto
di riferimento fondamentale
nel disorientamento generale.
Grazie a Giacinto
per le notevoli qualità
sportive ed umane.
Grande talento calcistico,
grande atleta, ma soprattutto
un uomo autentico.
Sarà sempre nei cuori di chi crede
ancora nella forza straordinaria
dello spirito sportivo!
Alcune pagine tratte dal libro
Prefazione
"Inconsciamente credo di aver precorso con il pensiero tempi come quelli
attuali, in cui la melassa dell'informazione specie televisiva e la confusione
dei principi e l'irrisione delle regole tendono a ridurre questo "far
sapere che sappiamo" come all'ultima triste espressione di libertà (ci
stanno fregando, ma almeno ne siamo al corrente)" Gian Paolo Ormezzano *.
Quand'ero
una ragazzina ed iniziavo a praticare lo sport agonistico, leggevo gli articoli
di Gian Paolo Ormezzano e cominciavo a riflettere, ora posso affermare che egli
ha contribuito a formare il mio spirito sportivo.
L'ho contattato recentemente e ho constatato che il degrado
generale non l'ha cambiato, è rimasto un uomo vero, uno sportivo, cosa rara di
questi tempi, Ormezzano è soprattutto un giornalista che non viene
dall'irrealtà... una persona che continua a stare tra la gente, non si è
isolato, come molti, nelle torri d'avorio dello sport divistico, ed ha un'altra
importantissima qualità: la sapienza del cuore.
Daniela Asaro
* Da Gian Paolo Ormezzano, I miti dello sport
visti dallo spogliatoio, Boroli Editore, Milano 2004.
Qualche riflessione
Uno dei gravissimi problemi che affliggono la società attuale, tutti gli
ambiti, e quindi anche quello sportivo, è la certezza unita
all'esaltazione del sé, della propria onnipotenza da parte di molte
persone. Non mi stancherò mai di ripetere che è ancor più terribile
quando l'ambito sportivo viene "corroso" da tali "certezze", perchè il
suo compito principale è di essere un punto di riferimento educativo
per tanti giovani.
Dopo le ovazioni negli stadi per una partita vinta ci si può sentire dei re
assoluti, tutto è chiaro, tutto è sicuro: l'amicizia del tale personaggio
che conta, i sorrisi di tante "fatine famose".... L'uomo, quindi, ha tutto
sotto controllo, anche chi non è cullato dal successo, ma
"semplicemente" dal benessere. Ovviamente, di solito, è distante mille
miglia, dalle menti di questi "re", la consapevolezza che non tanto
lontano da loro, al mercato di Kabul, ad esempio, c'è un vecchio che
sta vendendo un tozzo di pane per racimolare qualche soldo....
Ubriacati dagli applausi, dal piacere e dai tanti vantaggi non ci si può
accorgere di lui. Gli "idoli" non possono tener conto delle tragedie
dell'umanità e tantomeno della violenza che si scatena negli stadi.
Quante parole, quanti decreti inutili, quanta gente vanitosa "si parla
addosso" alla televisione ovviamente, per avere la tanto adorata
visibilità, e tutti sono pronti a dare tante soluzioni....
Io credo che i tifosi si sentano usati e siano frustrati, soprattutto i
giovani, tramite le partite di calcio, attuali gli si offre il nulla o, peggio,
moltissimi cattivi esempi, la violenza è una grave manifestazione di un
disagio esistenziale. Ci sono anche i tifosi con i "paraocchi" che
difendono le società più corrotte nonchè i personaggi più ambigui, di
solito non creano problemi negli stadi, perchè i problemi ce li hanno
dentro, e forse non se ne libereranno mai, credono ciecamente in tutto
quello che è distorto dai media!
Varie persone potrebbero fare molto per questa società ammalata, ma
vivendo immersi nelle certezze e nei vantaggi materiali, sono come
automi, senza sensazioni credibili.
Certezze... certezze... certezze... chi più di Albert Einstein ha
analizzato il "mistero" per ottenere delle certezze... sua la stupenda
riflessione: "Quella del mistero è la più straordinaria esperienza che ci
sia data da vivere, è l'emozione fondamentale situata al centro della
vera arte e della vera scienza".
Noi osiamo aggiungere: della vera vita, vissuta dagli uomini autentici.
Einstein continua la sua riflessione e come non si può venir indotti a
meditare, leggendo le sue parole: "...DA QUESTO PUNTO DI VISTA CHI
SA E NON PROVA MERAVIGLIA, CHI NON SI STUPISCE PIU' DI NULLA E'
SIMILE A UN MORTO, A UNA CANDELA CHE NON FA PIU' LUCE".
Essere candele che fanno luce...
Credo che se qualche "addetto ai lavori" sarà attratto dai seguenti
versi di W. Blake, se li leggerà e li rileggerà, allora forse potrà essere
una candela che fa luce.
"Vedere un mondo in un grano di sabbia
e un universo in un fiore di campo,
possedere l'infinito sul palmo della mano
e l'eternità in un'ora".
William Blake (1757-1827)
Ringraziamenti
Vi ringrazio per l'attenzione, spero che non abbiate lanciato questo
libro a terra o nel cestino della spazzatura. Se io non apprezzassi il
calcio in quanto sport e non stimassi, in quanto essere umani, anche i
peggiori dirigenti, non avrei forse composto queste pagine, per le cose
o le persone che non amiamo troppo si prova solo indifferenza.
Spero si comprenda che sia io sia i calciatori, che con me hanno
collaborato, e che ringrazio tantissimo, abbiamo mosso delle critiche
costruttive e non distruttive. Abbiamo preferito che i calciatori
mantenessero l'anonimato, che del resto loro stessi avevano chiesto,
per non ritrovarsi in situazioni sgradite, visti i tempi. Sono certa che
quando i calciatori metteranno la loro firma, magari in un prossimo libro,
allora significherà che il calcio è ritornato ad essere uno sport vero.
Ringrazio quindi in particolar modo il grande giornalista Gian Paolo
Ormezzano. Quand'ero una ragazzina ho praticato vari sport, anche il
calcio, e leggevo i suoi articoli, è stato questo uomo autentico e leale
a formare il mio spirito sportivo assieme a mio padre, che già molti anni
fa diceva che lo sport era diventato una buffonata, io allora non lo
comprendevo, ora sì... grazie carissimo e indimenticabile papà, sei
sempre accanto a me.
Ringrazio un'altra meravigliosa persona, io la definisco un'anima bella
che splende, è il mio faro: Ayrton Senna. Sento anche lui sempre vicino a me. Quando devo fronteggiare
l'arroganza dei "peggiori dirigenti" di certe società calcistiche io non
sono sola, due meravigliosi angeli mi accompagnano sempre. Forse i rudi uomini del calcio rideranno leggendo queste
parole... e io li invito a non aver paura di essere se stessi, di esprimere
le proprie emozioni, non indossate sempre la maschera del vincente!Io,
che già stimavo il pilota Mika Hakkinen, l'ho apprezzato ancora di più
quando, cercando di nascondersi dietro una siepe a Monza, ha pianto,
accortosi che veniva ripreso impietosamente dalle telecamere, non ha
interrotto il suo pianto... ecco la grande forza di essere se stessi!
Opinione di Giuseppe PAPADOPULO su Ayrton SENNA:
"Ayrton SENNA non era solo un poeta, era anche un filosofo."
Opinione di Silvio BALDINI su Ayrton SENNA:
"Ho ammirato molto Ayrton Senna, era grande come pilota e come uomo. Propongo la sua tenacia e la sua volontà anche ai calciatori che alleno. Ho una videocassetta su Ayrton, che faccio vedere ai ragazzi, riguarda una gara estenuante. Ayrton ha una spalla rotta, si sente che si lamenta, si vede che soffre terribilmente, eppure riesce a portare a termine alla grande la corsa."