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Musica Giovanile (piano e voce, Daniela Asaro
Romanoff) |
Lo Sport deve riappropriarsi della sua dignità e identità
L’automobilismo ed il calcio, quand’ero ragazzina, mi offrivano intense emozioni, non solo la gioia di esprimersi nel praticarli, il calcio in particolare, non solo punti di riferimento ben precisi nelle figure degli allenatori, dei dirigenti, uomini concreti, coerenti, onesti, non solo… perché, forse, qualcuno non comprenderà, ma per me queste due discipline sportive erano anche soprattutto poesia….
Quando lo sport riesce a far nascere in te il desiderio di andare oltre i limiti spazio-temporali?
Quando ti è possibile percepire nel profumo dell’erba di un campo, in una pista incorniciata dalle “verdi dimore”, elementi che liberano la tua anima da tutti quei pesi che sono la vanagloria, l’interesse, la prevaricazione?
Quando inizi a provare una grande serenità nel sederti e stare a guardare a lungo una parte della pista di un autodromo o un campo di calcio?
Tutto ciò accade se nell’attività sportiva riesci a trovare la limpidezza e negli sportivi praticanti e spettatori la sapienza del cuore.
Grandi nemici dello sport, oltre ai problemi ben noti, sono l’aridità, una sorta di automatismo, soprattutto i campioni, uomini o donne che siano, sembrano computerizzati, incapaci di esprimere quella grande umanità, che potevano offrirci campioni come Bartali, Senna, dotati di un grande talento e anche di un grande cuore. Forse Senna è stato uno degli ultimi sportivi poeti, speriamo che ne sorgano degli altri, ma, per il momento non riesco ad intravederne.
Lui diceva che guidando una vettura di F.1 riusciva ad esprimersi completamente: “Per me guidare è ridere, piangere, pregare,... è poesia”.
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Attualmente nell’animo di qualche dirigente, di qualche sportivo, di qualche calciatore, di qualche spettatore è possibile che nasca spontaneo il desiderio di volare liberi assieme ai versi di una poesia? Non credo sia possibile, non perché nessuno di loro sia capace di condurre il proprio pensiero al di là del folle caos che genera oggigiorno una manifestazione sportiva, soprattutto una partita di calcio, ma nessuno riesce a liberarsi dai pesi immensi che costringono a rimante nella gabbia delle voci altisonanti, degli inganni, delle prepotenza, dell’assurdità.
Eppure non è tanto difficile uscire dalle gabbie, invece che affannarsi ad apparire alle feste più importanti, si può cercare di spendere le proprie energie in un modo sicuramente più utile: ridare dignità allo sport. Vorrei dare un suggerimento ai dirigenti dell’automobilismo sportivo, e soprattutto a quelli delle società calcistiche: osservate molto bene coloro che si confrontano con i monti più impervi e traete esempio dall’umiltà, dalla tenacia, dalla lealtà degli alpinisti…. |
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Probabilmente affrontare una parete arricchisce l’anima molto più di quanto possa fare un calcio dato ad un pallone. Auguriamoci che almeno l’alpinismo riesca a mantenere la sua identità.
Concludo questo scritto riproponendo la frase iniziale con una breve riflessione: quand’ero ragazzina l’automobilismo ed il calcio mi davano intense emozioni… ed ora? Pur desiderando che lo spirito sportivo sia tenuto in maggior considerazione, l’automobilismo sportivo continua a darmi quelle intense emozioni. Il calcio, essendo un’altra arida industria, che ogni settimana presenta il suo prodotto più o meno autentico, suscita una grande nostalgia per un passato più dignitoso, per il bel gioco, per le idee, per le partite più spettacolari e più vere, che potevano entusiasmare, suscita, però, anche una speranza, che è quasi una certezza: il futuro saprà riappropriarsi delle buone qualità del passato. Per il momento i veri sportivi non possono provare emozioni…. In quasi tutti gli stadi c’è una fitta nebbia e, in tali condizioni, non si riesce a vedere bene le partite.
Daniela ASARO ROMANOFF
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